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domenica 27 dicembre 2020

9 - Fabio Salini - Promesse Mantenute

Sestri Levante è un comune ligure con 18.000 abitanti che si affaccia sul golfo del Tigullio. Per la sua conformazione geografica é definita la "città dei due mari", non a caso, il centro storico si affaccia su due baie, quella delle Favole (nome attribuito da Hans Christian Andersen) e quella del Silenzio.

- Il luogo che ti è rimasto nel cuore?

“ La baia del Silenzio di Sestri, quando sono ritornato a casa dal viaggio in Australia”.

Oggi ho avuto il piacere di poter discorrere per ore con Fabio Salini, un Viaggiatore sui generis. Nelle sue parole non ci sono visioni ascetiche di viaggi fatti per trovare la pace dei sensi o l’armonia con il tutto; “ho attraversato l’India in vespa non perchè cerco qualcosa, ma per andare in Autralia è di strada”.


Fabio è il ragazzo della porta accanto, lavoro, amici, fidanzata, Vespa, ma che fa delle promesse e le mantiene.

- La scelta della meta di un viaggio è spesso figlia di mille ed un motivo, come mai l’Australia?

“Per una promessa tra Amici”. Tre amici (Fabio, Federico e Luca) che si sono ripromessi di raggiungersi in ogni luogo nel quale si spostano.

La storia in Vespa di Fabio comincia nel 2003 con un Px rosso, Mya (regalo della Mamma per la promozione in quarta superiore). Gite fuori porta, al mare con gli amici, passeggiate serali allungate sullo sfondo meraviglioso delle Cinque Terre. Da quì, il grande amore per la Vespa e per i viaggi, “All’inizio i miei viaggi erano completamente all’avventura, non mi curavo di nulla, pieno di benzina, tenda e via verso una nuova meta”.

- Cosa ti spinto a viaggiare  in Vespa?

“E’ stata quasi una scelta naturale, ho sempre fatto tutto in Vespa, consuma poco, è facile da gestire e poi, avevo solo quella”.

Nel 2007, percorre tutto il cuore dello stivale con partenza ed arrivo a Sestri raggiungendo la Puglia dal Tirreno e risalendo dall’Adriatico. E’ la volta di Francia ed Inghilterra nel 2008; “dovevo andare a Manchester per lavoro, persi l’aereo, quello del giorno dopo costava un botto, il piu’ abbordabile tra 6 giorni, troppi. Ho fatto due conti da buon ligure, la benzina, i pernottamenti, ho preso la Vespa e sono partito il giorno dopo”. Poi il Marocco attraversando Francia e Spagna. Malta, dopo aver attraversato tutta la penisola italiana. La Grecia ed i vari “Vespa Days”; San Marino, Mantova, Biograd, Saint Tropez, Belfast.

“Negli anni ho girato L’Italia, l’Europa, il Marocco, avventurandomi per un paio di volte in Inghilterra finché la noiosa e protocollata vita lavorativa ha messo fine al mio girovagare. Per chi ama viaggiare in moto, soprattutto in Vespa, i raduni della domenica o del fine settimana non possono essere sufficienti a sedare lo spirito di avventura”.

Nel 2017 a 31 anni, lascia un lavoro sicuro e ben pagato, una promessa é una promessa, si va a Melbourne. “Non ho realizzato quello che mi accingevo a fare fino a quando una calda domenica di Giugno sono partito, da solo. Non potrò provare mai più quel misto di paura e di ansia come quel giorno”.

- Come organizzi il pre partenza, hai dei “riti”? (passaggio al bar con gli amici, una coperta per la vespa la notte prima, un lumino a San Gennaro)

“No, non ho dei riti. Di solito però si tende a partire di mattina presto o giu’ di lì. Invece, prima di partire per l’Australia ero così teso e preso tra ansia e paura (parto, non parto), che finita di preparare la Vespa con bagagli e attrezzatura verso le 5 del pomeriggio, ho deciso di andare direttamente  e senza aspettare l’indomani. Ho tirato dritto fino a Parma dove mi son fermato da amici per la notte”.

- Si dice dei vespisti che nei loro bauletti puoi trovare anche i “Rotoli del Mar Morto”. Hai competenze meccaniche, porti dietro con te molti ricambi e “ferri” del  mestiere?

“No, non ho grosse competenze meccaniche, mi sono allenato prima di partire cambiando la corda della frizione più volte, sai quante corde della frizione ho rotto per arrivare in Australia? Zero. Comunque, porto con me i ricambi di tutto quello che è esterno al motore: cavi, candele, lampadine, bobina, regolatore e (ho imparato a mie spese in passato) anche la leve del manubrio. Per le chiavi tutte quelle che possono essere utili o speciali per la vespa. Per gli altri pezzi di ricambio, rispetto all’epoca di Bettinelli (del quale molto ho letto) basta fare una telefonata in Italia e con DHL express ti arrivano in quasi tutto il mondo in meno di una settimana”.

- Navigatore, cartina, o cellulare?

“Se possibile uso la cartina come ho fatto in Marocco, quando ho cominciato a viaggiare, i cellulari avevano giusto lo “Snake”. Oggi utilizzo anche il telefono, ma lo uso come fosse una cartina digitale, ingrandisco per scegliere il percorso e vado, senza affidarmi obbligatoriamente al navigatore. Ad ogni modo a parte Google Maps, uso Maps.me e mi sono sempre trovato bene. In certe occasioni prima di partire mi cerco le opinioni o i consigli di qualche altro Viaggiatore che da poco è stato nei posti che mi interessano, le loro informazioni sono molto pratiche e preziose”.

Italia, Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Serbia, Bulgaria, Turchia, Georgia, Azerbaijan, Iran, Pakistan,  India, Nepal, Myanmar, Thailandia,  Malesia, Indonesia, Australia. Ventimila chilometri e quattro mesi di viaggio prima di poter rivedere, il 10 Ottobre, Sestri e la sua Compagna Pamela alla quale ha fatto un’altra promessa, mantenuta; tornar da Lei in massimo 4 mesi.

- Come hai deciso il tuo itinerario?

“Cercando di percorrere la strada piu’ corta per arrivare a Melbourne, tanto come sempre accade ci sono deviazioni al piano originale. Difatti, l’appuntamento australiano con Luca è stato spostato a Katmandu (per la scadenza del visto australiano), così ho deviato per il Nepal. Nel mentre, si è sparsa la voce del mio viaggio; dall’Indonesia e dalla Malesia ho ricevuto tanti messaggi ed inviti per partecipare all’Asia Vespa Days e all' Indonesia Scooter Festival, così ho fatto un’altra piccola deviazione”.


- Problemi ad entrare in Nepal, la vespa come si è comportata?

“Entrare in Nepal è stato facile, non essendo in programma, mi sono semplicemente presentato al posto di frontiera ed ho chiesto l’ingresso, 25 dollari e mezz’ora dopo viaggiavo in direzione di Katmandu. La Vespa mi ha fatto un po tribolare, dopo varie prove sono riuscito ad andare, ma con la miscela al 6,5%. Devo dire a sua discolpa che nelle lunghe strade Iraniane ho viaggiato in compagnia di un altro motociclista con una Gs 1200, lui andava piano, ma per tenere l’andatura sono stato un pò troppo al limite col gas. Morale; ad un cartello che indica a destra Katmandu 120 km ed a sinistra Katmandu 60 km prendo ovviamente per i 60 km, ho grippato la Vespa nel nulla delle strade sterrate Nepalesi, da solo e nel buio totale. Mi sono poi fatto forza e sono riuscito comunque ad arrivare a Kathmandu”.



- Qualche aneddoto bizzarro di viaggio?

“Un’esperienza surreale è avvenuta in India, dove ho atteso che un elefante “cargo” finisse il lavoro sulla strada, come da noi potremmo attendere un camion in manovra. In Australia invece, ho visto un Koala a bordo strada sotto l’effetto allucinogeno dell’eucalipto! Oppure sempre in India, delle scimmie hanno tentato di rapinarmi ed un gruppo di locali hanno assistito alla scena ridendo. Quando poi sono arrivato in Indonesia, centinaia di persone mi chiedono l’autografo, di scattare foto assieme, interviste televisive, sono diventato una “star”, un italiano che viene dall’Italia con una Vespa italiana per il loro raduno di Vespe italiane è il top. Un bambino è persino venuto in hotel, per chiedermi l’autografo!”.


- A proposito di India, terra dalle mille contraddizioni, come ti ci sei trovato?

“Dell’India non ho un buon ricordo, il mio viaggio in effetti è cambiato a Varanasi. Varnasi è la capitale spirituale dell'India, quindi meta dei pellegrini indù che si immergono nelle acque del Gange e fanno riti funerari bruciando pile e pile di legna con i defunti, per poi gettarne le ceneri nel fiume. Mi sono ritrovato a fare un breve tour sul fiume accompagnato da una guida un pò fastidiosa che, per non far mancare nulla al mio “giro turistico”, mi ha portato infine da una anziana donna dove mi sono visto “obbligato” ad acquistare una pila della legna di cui sopra. Avendo un budget limitato e non volendo spendere piu’ di tanto per una cosa della quale non avevo bisogno, sono incappato nelle ire della Signora che, con fare arrabbiato, ha iniziato a pronunciare incomprensibili frasi e fare strani gesti. Incurante mi son girato e sono andato via. Non sono particolarmente superstizioso, ma il giorno seguente, scendendo le scale dell’albergo, sono scivolato sui gradini e mi sono storto la caviglia sinistra. Ho dovuto fare centinaia di chilometri alla ricerca di ghiaccio (rarissimo in India) e di un ambulatorio. Guidare la Vespa implica frenare col destro e poggiare di conseguenza il sinistro a terra per tenere tutto il peso in equilibrio. Dopo tanta agonia trovo finalmente un ambulatorio, anche se le attrezzature non sono proprio all’avanguardia. In India è meglio non farsi male”.

- Hai mai avuto paura durante un viaggio?

“Iran, in albergo. Mentre dormo, fa irruzione la polizia con le torce, la luce negli occhi. Pensano che io sia una spia o una cosa del genere. E come glielo spiego? Poi il lampo di genio, li ho invitati a guardare la fiancata della Vespa, dove per fortuna mi sono fatto disegnare prima di partire, una cartina con l’itinerario del viaggio. Così hanno si perquisito dappertutto, ma hanno capito che sono solo un viaggiatore di passaggio e non un pericolo.

In Pakistan invece (nella regione del Belucistan forse), per garantire la sicurezza dei turisti di passaggio, si è accompagnati per tutto il tragitto da una scorta armata. La prima notte ci siamo fermati presso una caserma e ho dormito in una cella (non come detenuto). Arrivati a Quetta mi hanno accompagnato all’ufficio per ottenere un foglio col lasciapassare e sono andati via lasciandomi presso l’ufficio. Dopo 4 ore è arrivata un’altra scorta composta da soli 2 uomini, questa volta in moto e mi hanno accompagnano in albergo. Dall’albergo ho fretta di ripartire, ma l’albergatore me lo impedisce. Nasce un piccolo alterco dovuto anche alla scarsa comunicazione linguistica. A quel punto l’albergatore mi fa capire che se voglio partire, gli devo firmare un foglio che lo esula da ogni responsabilità. Quel gesto mi fa pensare che forse l’albergatore non è proprio uno “stolto” e che qualche motivazione la ha. Mi calmo e resto lì fino al giorno seguente. L’indomani, l’albergatore con fare austero mi getta davanti il giornale locale, dapprima ritengo questo gesto un affronto, comincio ad alterarmi come il giorno prima, finchè l’albergatore spazientito indica col dito una foto sul giornale, è la foto della mia prima scorta. Sono morti in un attentato. Da quel punto in poi, capisco che forse è meglio attenersi ai loro consigli”.

- Arrivato a Melbourne dall’Indonesia in aereo tu e la Vespa come procede il tuo viaggio?

“Mi incontro con l’altro amico della promessa Federico, e beviamo la nostra meritata birra. Faccio giusto una toccata e fuga perchè devo rientrare in Italia per la promessa dei 4 mesi, che stanno per scadere. Lascio la vespa lì in Australia con l’intento di ritornarci il prima possibile con la mia Metà e fare il tour dello stato con lei. A Melbourne intanto è arrivato anche un altro viaggiatore che ho incontrato per strada e col quale abbiamo passato giorni bloccati, per formalità burocratiche, alla frontiera con la Thailandia. Lui ha lasciato la moto lì e mi ha chiesto di poter continuare il suo viaggio nella terra dei canguri con la mia Vespa. Ho accettato, ma la Vespa che ha una volontà tutta sua, si è opposta grippando per tre volte dopo pochi chilometri”.

- Quindi sei tornato in Italia a prendere la tua Compagna per poi ripartire?

“In effetti si, non il giorno dopo. Ci siamo organizzati, intanto ho fatto riparare la vespa da un meccanico del Vespa Club Melbourne ed appena pronti ci siamo lanciati in questa nuova avventura. Intanto i miei canali “social” sono cresciuti e sono arrivati i primi sponsor. Non sono contratti di esclusiva, ne soldi che rimpinguano il mio conto in banca, ma attrezzature e pezzi per la Vespa a “gratis” che aiutano comunque”.

- La tappa successiva?

“Siamo tornati in Italia però, ho spedito la vespa in Sud America. Così appena pronti di nuovo, partiamo per arrivare ad Ushuaia”.

Fabio, partirà con la sua Pamela per Santiago del Cile nel 2018.

“In due la Vespa sicuramente risente del peso ma quando ci si ferma è bello essere insieme a farci compagnia. Si condividono sia momenti di piacere sia di difficoltà, dandosi una mano l’uno con l’altro”.

Ad attenderli ci sarà la fida “Mya”, la Vespa Px che lo ha portato fino in Australia. Il nuovo viaggio sulla “rossa” inizierà appunto da Santiago del Cile attraversando l’intero continente per arrivare ad Ushuaia e proseguire poi in Argentina, Uruguay, Brasile e Paraguay.

“Certo di gente che gira il mondo in moto “c’è pieno”, viaggiare in Vespa però è un’esperienza quasi mistica, come se si disponesse di un passaporto supplementare o di una tessera di un club esclusivo nel mondo”. Fabio Salini.






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