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martedì 15 dicembre 2020

5.1 - Nordkapp - Giuseppe Guzzi

Alla conquista di Capo Nord

Il “Raid a Capo Nord”, motociclisticamente parlando è un itinerario mitico, il “finis terrae”, ma allo stesso tempo classico, paragonabile al “coast to coast” sulle strade americane. Ogni estate, quando le condizioni climatiche sono meno avverse, migliaia di motociclisti soprattutto europei, risalgono le strette statali scandinave che costeggiano i fiordi, ed approdano a Nordkapp. Il viaggio a Capo Nord sta prendendo piede anche d’inverno; il favore delle nuove tecnologie per mezzi ed indumenti e la maggior cura e qualita’ del manto stradale, agevolano questa avventura invernale che resta comunque dura ed impegnativa date le rigide temperature del circolo polare artico.

Questo raid ha origini italiane, abbastanza lontane nel tempo (20 Giugno 1928) e porta la firma di Giuseppe Guzzi.

Giuseppe detto Naco nasce a Milano il 6 agosto 1882, fratello maggiore di Carlo (detto Taj) e Laureato in ingegneria civile (ha progettato alcuni capannoni, la galleria del vento e la centrale idroelettrica dello Zerbo che alimenta i locali dell'azienda Moto Guzzi).

Diversi nel fisico e nel carattere, "Giuseppe quasi ascetico é l’anima della Guzzi turistica, Carlo vispo donnaiolo é l’anima della Guzzi sportiva".

Naco è grande e grosso ma soffre il caldo, così tanto da lavorare spesso a torso nudo e da costruire un impianto di raffreddamento installando una serpentina di tubi lungo le pareti del suo ufficio in cui scorre acqua fredda. Questa sua insofferenza per il caldo lo porta, appena arrivate le ferie, ad inforcare la sua personalizzata Sport 500 (sotto il faro, in posizione trasversale un tubo col tappo per contenere le carte geografiche e le mappe, sul lato destro la fondina per contenere la sua pistola, un cavalletto laterale, ganci di fissagio un po' ovunque ed un altro cavalletto centrale ma azionabile da entrambi i lati della moto) e sparire per lunghi giretti estivi:

1923 Mandello - Parigi (2000 km)

1924 Mandello - Tolosa - Pirenei (2500 km)

1926 Mandello - Vienna - Budapest - Carpazi (3000 km)

1927 Mandello - Slesia (3000 km)

1928 Mandello - Stoccolma - Lapponia - Oslo - Berlino (6200 km)

1929 Mandello - Amburgo (2200 km)

Anche se il suo scopo é: “vado errando pei monti senza meta fissa, senza guida, solo preoccupato di imprimere nella mente nuovi paesaggi, nuovi panorami, nuovi spettacoli di natura”(Giuseppe Guzzi), in ognuno dei suoi viaggi mette a punto e studia soluzioni per apportare migliorie alla moto. Nel 1926 mentre si trova sui Carpazi, rompe il telaio rigido della Sport. Aiutandosi con delle vecchie coperture e camere d’aria, riesce a riassemblare la parte posteriore del telaio e tornare in Italia. Si rende così conto che un molleggio posteriore appositamente studiato potrebbe migliorare di molto il comportamento della moto. Tornato in fabbrica confida al fratello Carlo:te set che la va mej inscì? (Sai che va meglio così?). Nasce così il prototipo GT o Gran Turismo, prima Moto Guzzi con telaio elastico. (Il pacco delle molle viene collocato sotto il motore e lavora in compressione grazie a tiranti collegati al forcellone. La ruota ha un’escursione di 11 cm e il ritorno delle molle è frenato da ammortizzatori a frizione).

In onore al dirigibile italiano che l'anno precedente ha consentito alla missione di Umberto Nobile e Roald Amundsen di sorvolare il Polo Nord, nel 1927 la nuova moto viene ribattezzata “Norge”.

Un antefatto:

Il 12 maggio 1926, nel volo del Norge da Svalbard all'Alaska è avvistato il polo nord geografico dopo aver attraversato un’infinita distesa di ghiacci. "The Amundsen-Ellsworth-Nobile Transpolar Flight” il nome della spedizione che vede come protagonisti principali:

N1 - Norge, dirigibile semirigido costruito in Italia da Umberto Nobile inaugurato il 1º Marzo 1924 successivamente acquistato dall'Aero Club Norvegese. Lungo 106m per un diametro di 18,58m con un volume di 18000m³ riempito ad idrogeno, ha una capacita’ di carico utile di 6,425t, spinto da 3 motori 6 cilindri in linea Maybach IV-L con una potenza di 245 cv ciascuno. Velocita’ massima 113 km/h.

Roald Engelbregt Gravning Amundsen, esploratore norvegese divenuto leggenda dopo aver attraversato il Passaggio a Nordovest nel 1906 e conquistato il Polo Sud nel 1911. Ha l’intuizione di usare un dirigibile per sorvolare il Polo.

Umberto Nobile, grande ingegnere militare italiano specializzato nel progettare, costruire e pilotare dirigibili destinati all’ esplorazione di terra e mare. Progetta e pilota dell’ N1 - Norge.

Lincoln Ellsworth, esploratore statunitense e medaglia d'oro del Congresso americano, scopritore dei monti Ellsworth in Antartide. Finanzia ed accompagna Amundsen e Nobile nel tentativo di sorvolare il polo con il dirigibile Norge.

“La missione parte il 10 aprile 1926 dall’aeroporto di Ciampino e il Norge arriva dopo diverse tappe alla base artica della Baia del Re, sulle isole norvegesi Svalbard, il 7 maggio. Le forti personalità di Amundsen e Nobile cominciano a scontrarsi già durante il viaggio di avvicinamento al Polo: il norvegese pensa di aver assunto un semplice tecnico che dovrebbe limitarsi a pilotare il dirigibile e a stare buono in disparte mentre lui si prende il merito della missione, ma presto si renderà conto che il sangue italiano è tutto meno che remissivo. Avvistato il Polo, dopo i festeggiamenti del caso a bordo del Norge, si decide di lanciare sui ghiacci le bandiere delle tre nazioni coinvolte nell’impresa: Norvegia, Stati Uniti e Italia. Amundsen e Ellsworth sguainano le loro bandiere nazionali e le lanciano verso la storia. Nobile, aspetta di essere l’ultimo e sguaina una bandiera italiana grande il doppio di quelle dei suoi compagni di viaggio. È un affronto che Amundsen non manda giù molto bene. Il volo prosegue senza intoppi verso l’Alaska dove raggiunge il piccolo paese eschimese di Teller il 14 maggio. Gli eschimesi accolgono lo strano velivolo pensando sia una enorme foca volante”. Cit. Antonio Moro, da leganerd.com

Video pubblicato da aldosca - POLO NORD - 1926, Dirigibile NORGE N1 comandato da Umberto Nobile con a bordo Roald Amundsen.

La scelta di omaggiare la spedizione Amundsen-Ellsworth-Nobile ribattezzando la GT 500 a telaio elastico “Norge”, suscita un coro di proteste nelle case motociclistiche concorrenti accusando la Moto Guzzi di una mossa promozionale che tenta di cavalcare l'entusiasmo del momento approfittando slealmente della popolarità dell'impresa. La diatriba diventa una guerra a colpi di comunicati stampa che si prolunga fino alla caldissima estate del 1928, causando molte inquietudini a Carlo Guzzi, il quale teme un enorme "danno d'immagine" per l'azienda.

Nonostante le polemiche in corso, Giuseppe si prepara tranquillamente alle sue consuete ferie itineranti; dal resoconto del suo viaggio pubblicato a puntate sul settimanale “Motociclismo” del 1929: “Era sempre stato mio vivo desiderio fino dall’infanzia di conoscere la Scandinavia, ma un viaggio in motocicletta fin lassu’ partendo dall’ Italia, sia pure dall’ estremo Nord di questa, rappresenta sempre la bellezza di 6000 km e quindi con una macchina normale, un eccessivo strapazzo [...] fintanto che costruita e lungamente provata la macchina tipo gran turismo a sospensione posteriore elastica, ebbi a persuadermi che era possibile con questa percorrere, dai 300 ai 400 km giornalieri anche con pessime strade e per parecchie settimane consecutive, senza sentire la necessità d’interrompere il viaggio con un giorno di riposo. Scelsi dunque per questo viaggio la prima tipo Gran Turismo fabbricata dalla Moto Guzzi”.

Inforca quindi la sua “Norge” ora all’altezza del compito e parte per questa nuova avventura. Leggenda vuole che appena uscito dal cancello della fabbrica, con gli operai sulla soglia a salutarlo, Naco fora una gomma nel sottopasso della ferrovia che immette sulla statale. Gli operai accorrono offrendosi di riparare il pneumatico ma lui li ferma: “Sono già partito, durante il viaggio tocca a me sbrigarmela! Andate al lavoro che qui ci penso io!.

Come sopra anticipato, una “semplice, scheletrica ma efficace” descrizione del viaggio scritta di pugno da Naco, viene pubblicata suddivisa in 3 spezzoni e su 3 numeri del settimanale “Motociclismo”, nel luglio 1929. (Giuseppe Guzzi ha scritto anche un libricino stampato nel 1942, dal titolo " La motocicletta e il Motociclista", dove spiega il funzionamento dei vari organi componenti la motocicletta ed alcuni consigli sul come guidarla).

Raggiungere il circolo polare artico, sulle strade e con le moto dell'epoca, é un'impresa strabiliante e la notizia campeggia sui giornali dell'intera Europa, richiamando migliaia di curiosi. Non appena rientrato a Mandello, Naco si rimette al tecnigrafo, lasciando al fratello il compito di destreggiarsi tra interviste e convegni. Si narra che Carlo Guzzi, "uomo poco avvezzo ai complimenti, entrato nell'ufficio del fratello senza accennare all'impresa da poco compiuta, discute con lui per un paio d'ore sulle modifiche da apportare alle sospensioni. Ma questa volta anche Carlo si mette in canotta e mutande, singolare e muto omaggio che, tra i due burberi, vale mille elogi".

Col viaggio compiuto da Giuseppe “Naco”, la Moto Guzzi puo’ utilizzare a pieno titolo la denominazione Norge, e Capo Nord diventa un'importante meta motocicloturistica.


Video realizzato da IlFacoceraptor - Chiacchierata sulla Norge

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