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lunedì 4 gennaio 2021

10 - Ajala il Viaggiatore - Un Nigeriano in Lambretta

Olabisi Ajala era più di un connazionale stimolante; era la personificazione stessa dell'avventura. Un viaggiatore panafricano davvero elettrizzante che ha sfruttato al meglio il suo tempo nel modo che riteneva migliore, rimane un cittadino globale e una leggenda a pieno titolo. In un momento in cui milioni di giovani nigeriani sono spaventati e completamente pietrificati da tutto ciò che anche lontanamente ha il sapore di esplorazione o avventura, la storia del viaggio di Ajala dovrebbe essere più di un'ispirazione ad andare per il mondo”. Ebenezer Obey

Strana accoppiata, un Nigeriano ed una Lambretta. Purtroppo non conosco il modo in cui Olabisi sia entrato in possesso dello scooter italiano, nè tantomeno perchè abbia scelto proprio la Lambretta. Resta il fatto che ogni viaggiatore o giramondo nigeriano almeno una volta è stato definito “Ajala”. Molti usano persino la designazione nei loro pseudonimi; “Wondering Ajala, Ajalaman”. Questo vocabolo è quindi diventato familiare e parte della lingua di nigeriana (anche se molti giovani non ne conoscono la vera origine), mentre la sua Lambretta è diventata monumento nazionale.

Moshood Adisa Olabisi Ajala è il ventiquattresimo di venticinque figli. Nato in Ghana nel 1929 da genitori Nigeriani, Padre musulmano con quattro mogli e, cresciuto in Nigeria, dove ha frequentato la Baptist Academy a Lagos e l'Ibadan Boys “High School” ad Ibadan. L'obiettivo iniziale di Ajala è studiare medicina per “contrastare il vudù e ad altre superstizioni” e in effetti, a diciotto anni parte per l’America dove è ammesso alla “Delta Upsilon Pi”, organizzazione studentesca presso la De Paul University di Chicago come studente in medicina. E’ così attivo che viene nominato direttore del giornale del campus, il De Paulian. In quegli anni Ajala afferma che: “Il mondo dovrebbe mandare medici in Africa e missionari a Chicago. I gangster qui hanno bisogno di convertirsi molto più di noi”.

Il 12 Giugno del 1952, intraprende un viaggio in bicicletta di 2280 miglia da Chicago a Los Angeles, dove arriva il 10 Luglio. Autoproclamatosi ambasciatore culturale della Nigeria nel mondo, lo scopo del suo viaggio è sensibilizzare ed informare il pubblico americano sui progressi compiuti dal suo paese nativo, la Nigeria. Il tour include anche soste per tenere conferenze in 11 grandi città. Ha fatto il suo tour indossando costumi tradizionali nigeriani “Yoruba Agbada” (gli Yorùbá sono un vasto gruppo etno-linguistico di circa 40 milioni di persone e diffuso nell'Africa occidentale, Agbada è uno dei nomi per una veste fluente a maniche larghe indossata dagli uomini sempre in gran parte dell'Africa occidentale) descritti come "abiti a motivi elaborati con copricapi in feltro da abbinare", di cui Ajala ha detto: “mostrerà e dimostrerà agli americani che non andiamo in giro nudi”.

Nella Città degli Angeli, Ajala è ricevuto dal sindaco Fletcher Bowron. Raccontando la sua esperienza del tour, afferma che in generale tutto è andato bene, l'unico “incidente” è avvenuto a Topeka in Kansas, dove viene imprigionato per 44 ore; conseguenza alle proteste fatte per essersi visto rifiutare una stanza d’albergo perchè nero.

Dopo il suo audace viaggio in bicicletta attraverso gli Stati Uniti, Ajala è diventa il beniamino di molti, i giornalisti lo assediano e dall'oggi al domani è una celebrità. Accordi, sponsorizzazioni e contratti gli piombano addosso. Uno di questi è il contratto con la 20th Century-Fox Studio, per interpretare il ruolo di “Jacques\Ola” nel film White Witch Doctor (Tempeste sul Congo) di Henry Hathaway con Robert Mitchum. (Ajala ha fatto il provino alla 20th Century-Fox su suggerimento di un attore di nome Ronald Reagan, i due si sono conosciuti a Londra nel 1949).

Trasferitosi alla Roosevelt University (allora chiamata "Roosevelt College") per studiare psicologia e nonostante la nascita del suo primogenito, il 1953 è un anno particolarmente pesante per Ajala che si ritrova ad affrontare problemi giudiziari su piu’ fronti.

Carismatico, affascinante, avventuriero, Ajala è un uomo amato dalle donne ed ama le donne a sua volta. Il 21 Gennaio di quel 1953, Myrtle Bassett, infermiera di Chicago dopo aver dato alla luce un bambino di 3,08 kg intenta una causa di paternità contro Ajala che non vole riconoscere il bambino anche se ne firma il cetrificato di nascita e lo chiama Oladipupo. Intimato dal tribunale, si fa carico sia delle spese mediche, che del mantenimento del piccolo per i primi periodi ma pretende, giustamente, che la “presunta” madre effettui le analisi del sangue per certificare la paternità del bimbo. Alla fine, quando la Signora Bassett accettata di fare le analisi, Ajala scompare ed il tribunale inevitabilmente lo condanna, ordinandogli di pagare alla Bassett 10 dollari a settimana per il mantenimento del loro bambino, chiamato anche Andre. Nel 1976, sopraffatto dai rimorsi, Ajala decide di cercare suo figlio. Si ritrovano a New York dove Oladipupo lavora come musicista e chitarrista, entusiasta, Aj vuol fargli visitare la Nigeria proponendogli anche di esibirsi al World Black Arts Festival. Dopo 23 anni: “Sono molto felice d’aver ritrovato Andre. È il mio figlio maggiore ed è così pieno di vita. Sono felicissimo di averlo trovato”. (Oladipupo, Andre Ajala è morto a Oakland nel gennaio 2020 all'età di 67 anni).

Sempre nel 1953 quindi, la polizia di Beverly Hills, in California, arresta ed imprigiona Ajala per dei brogli con assegni scoperti. Lui si dichiara innocente addossando la colpa ad un ex banchiere, Arnold Weigner, sostenendo di esser stato ingannato. Nonostante la difesa dell’avvocato Elias Powell, il giudice Orlando H.Rodi lo condanna ad un anno di reclusione (pena poi sospesa) e all'espulsione immediata dopo aver scontato la condanna. La pena è aggravata anche dal fatto che Ajala ha abbandonato gli studi, ora al Santa Monica Junior College, invalidando effettivamente il visto studentesco per “mancanza di regolare frequenza scolastica”. Disperato per la sorte che lo attende in patria, (sarebbe stato giustiziato da suo padre secondo una "tradizione tribale"), si arrampica su una torre radio di 25 metri minacciando di buttarsi; “preferisco saltare, all’esser deportato”. Resta sulla torre per 24 ore senza ottenere alcun risultato. Se sia scivolato o si sia lanciato di proposito non è chiaro, resta il fatto che ha lasciato la torre con un volo di svariati metri, riportando una distorsione alla schiena. Dopo la caduta, comincia un digiuno di 30 giorni che i funzionari dell'immigrazione interpretano come sciopero della fame per fermare la sua deportazione, Ajala afferma che sta semplicemente osservando il suo Ramadan, periodo di digiuno dettato dalla sua fede islamica. Ad ogni modo, a seguito di questa ulteriore “protesta”, Aj viene si espulso, ma con destinazione Londra.

Le storie di donne e mogli si susseguono una dopo l’altra, Ajala non ha perso il suo fascino ed il suo amore per il sesso opposto (sempre molto ricambiato). Nel dicembre 1954, Olabisi torna negli Stati Uniti con una nuova moglie, Hermine Aileen, modella di New York incontrata a Londra, che però nel 1955 chiede il divorzio accusandolo di adulterio (accusa che Aj non ha mai smentito). Poi è la volta di Joan Simmons, attrice diciannovenne a Londra, Toyin Ajala in Inghilterra, Sherifat Ajala (madre della sua ultima figlia, Bolanle) in Nigeria, Joane Prettan Professoressa di 28 anni in Australia (questa unione ha suscitato l'interesse di molti perché a quel tempo solo circa 100 uomini di colore principalmente aborigeni sono diventati cittadini australiani).

La più popolare tra le sue mogli nigeriane è Alhaja Sade, (menzionata, come esempio di bellezza, nella famosa canzone di Ebenezer Fabiyi Obey “Ajala-Alhaja” nell'album "Board Members”. La canzone è anche un inno allo stesso Ajala ed alle sue avventure in giro per il mondo: “ Alajala mi Omo Olola, Alajala mi Oko Alhaja Sade; Alajala mi Omo Olola, Alajala mi Oko Alhaja Sade; Ore mi kama paro, ka mu t’egan kuro, Sade dara l’obinrin; Ajala travel all over the world, Ajala travel all over the world, Ajala travels, Ajala travels, Ajala travel all over the world”. YouTube: Ebenezer Obey - Board Members (side one)

Si presume che quest’ultima (Sade) è sfiorita e caduta nel’indigenza, il Saturday Sun ha compiuto una piccola ricerca sulle tracce della donna, quì l’articolo:  https://www.sunnewsonline.com/46-years-after-socialite-sade-of-ebenezer-obey-fame-turns-destitute/

Dopo il primo viaggio in bici attaverso gli States, Il 27 aprile 1957, da Londra, Moshood Adisa Olabisi Ajala intraprende un viaggio “This Safari”, durato alla fine 6 anni: “ho iniziato la mia Odissea individuale in giro per il mondo. È ancora in corso mentre scrivo questo a Sydney, in Australia. In quasi tutti gli ottantasette paesi che ho visitato nel corso dei miei sei anni di viaggio in giro per il mondo (dal Nord America all'Europa orientale e occidentale, attraverso l'Africa e l'Asia e fino all'estremo oriente fino alla Corea, Indonesia e Australia), ho osservato molti regimi politici diversi, sia negli stati democratici che in quelli comunisti. Ho incontrato brutalità e intolleranza razziale. Ho sentito l'amaro male della disumanità dell'uomo nei confronti dell'uomo. Allo stesso modo mi sono meravigliato della bontà di 87 paesi dal cuore umano”.

Con una italianissima Lambretta (non una Vespa come erroneamente riportato da molti), nei sei anni che lo vedono in tour, percorre tra i vari paesi, Australia, Israele, India, Polonia, Iran, Russia, Ghana, Cipro, Nigeria, Egitto, Belgio, Pakistan, India, Giordania, Italia, Albania, Germania, Romania, Turchia, Kenya, Corea, Indonesia. Mondano giramondo porta la Nigeria in auge, dapprima sconosciuta a molti, ora trova una posizione sulla mappa globale. Attraversa terre, città e luoghi rurali dove nessun uomo di colore ha mai messo piede prima; in una fattoria nei dintorni di Minsk, nell’attuale Bielorussia, il suo arrivo causa la fuga di alcuni locali in preda al panico alla "vista spaventosa" dell'uomo nero che invade il loro villaggio. In un altro frangente, un bambino gli ha chiesto se la gente in Africa beve latte nero!  O ancora, durante una visita a un orfanotrofio di Varsavia, in Polonia, una bambina che non ha mai visto un uomo di colore, scoppia a piangere alla sua vista. E’ il precursore di tutti i viaggiatori africani, coi suoi abiti tradizionali, lo zaino in spalla, lo Scooter e la barba lunga, è “la risposta africana a Marco Polo”.

Attraversa zone di eterno conflitto, siano esse in Africa, Asia o Medio Oriente; in Libano sulla strada per Israele, le forze di sicurezza libanesi lo arrestano credendolo in missione di spionaggio per conto israeliano. Sa che l’attraversamento in ogni punto di confine sulla linea arabo-israeliana è un tentato suidicio, ma ha il coraggio di continuare il viaggio e di ripetersi nella terra di nessuno ("Quando vaghi per la terra di nessuno, come hai fatto questa mattina, o i soldati israeliani o gli arabi ti spareranno addosso"); perchè la sete di conoscenza e la forza di volontà Yorùba sono forti almeno quanto l’odio che si respira nelle terre appartenute anche ai Fenici.

Disarmante la naturalezza con la quale si presenta alle frontiere per attraversarle senza nessun visto, la missione dei viaggiatori a “lungo termine” è visitare paesi e luoghi di interesse man mano che si presentano e anche quando i confini tendono ad escludere, questi viaggiatori cercano passaggi con ingegnosità e creatività. La tattica di Ajala rasenta spesso la morte ed incappa spesso in violente punizioni, rifiutando la cooperazione con gli organi preposti, a volte ignorando, se non addirittura negando, i protocolli.

Dopo aver trascorso settimane nella Giordania di Re Hussein, alla Porta di Mandelbaum, checkpoint che separa le parti israeliana e giordana di Gerusalemme si presenta un uomo di colore, sedicente giornalista su un impolverato scooter italiano, con abiti tipici e vistosi di terre lontane. Nonostante l’assenza del lasciapassare coinvolge, loro malgrado, gli impettiti frontalieri in un dialogo atto ad ammorbidire la posizione di iniziale riluttanza. All’ennesimo rifiuto dei soldati, Ajala: “ma, fratello mio, mi stai chiedendo di viaggiare quasi mille miglia per entrare in Israele, quando posso farlo da qui in meno di un minuto".

NO!

Si incammina quindi verso la direzione indicata dai militari ma approfittando di una loro distrazione, si getta a tutto gas nel passaggio! Inevitabile la conseguente pioggia di proiettili che lo vedono incolume sul suolo israeliano, con l’immaginabile parapiglia successivo tra le autorità giordane ed israeliane. Unica perdita, la gomma posteriore della sua Lambretta. Per assurdo, il rocambolesco sistema che lo vede entrare in Israele è il motivo per cui riesce ad incontrare l’allora ministro degli Esteri israeliano, Golda Meir.

“Shalom, Mr. Ajala (…) Mi sono affrettato a ripetere la sua parola di saluto. Shalom, Vostra Eccellenza. Difficilmente apprezzerà quanto le sono profondamente grato per avermi permesso di entrare in Israele dopo aver causato così tanti grattacapi a Lei ed ai suoi funzionari. (…) Non capita spesso di avere questo tipo di problemi, il suo coraggio ci ha impressionato Mr Ajala. Abbiamo pensato di doverlo ricompensare. (…) Israele è casa Sua quanto la Nigeria”.

Molteplici anche i suoi incontri (fortemente voluti) con vari leader del mondo; Alhaji Tafawa Balewa, primo ministro della Prima Repubblica della Nigeria, il Maresciallo Ayub Khan del Pakistan, Makarios III di Cipro, l’ ultimo scià di Persia Mohammad Reza Shah Pahlavi, il Generale Ignatius Acheampong del Ghana, , Odinga Oginga, ex vice presidente del Kenya.

Nikita Khrushchev, presidente dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. L’ incontro avviene nella Germania orientale dove elude la sicurezza di un evento pubblico, in un'azione che lo porta faccia a faccia con il premier al quale rifila una lettera recuperata dal berretto per chiedere un visto per la Russia. Visto, in precedenza sempre negato, nonostante la richiesta negli uffici di Londra, di Parigi e di Bruxelles.


Il Presidente della Repubblica egiziana Gamāl ʿAbd al-Nāṣir Ḥusayn – Nasser. Altra missione del suo viaggio è l’Egitto, visitare la Sfinge, il Monte Sinai (dove Mosè ricevette i Dieci Comandamenti) ed intervistare il Presidente Nasser. L’ingresso nel paese avviene senza incidenti, quando invece si sposta nella capitale egiziana, nello specifico al “Gezira Country Club” dove è consentito l'ingresso solo a bianchi e anglo-egiziani; “questo club e la sua discriminazione razziale vanno avanti da anni. Non c'è modo che Nasser possa scoprirlo, perché i membri sono tutti pezzi grossi che sono in combutta con la polizia e il governo”. Nel suo modo caratteristico, non solo Ajala si rifiuta di dare ascolto alla disposizione di esclusione, ma utilizza la sua strategia di forzare un dialogo (come coi frontalieri a Gerusalemme) con i “padroni” del club. “Oltre ad essere stato picchiato fino allo stato di incoscienza, al rientro, dopo giorni in ospedale, sono deportato in Siria”.

Questo accadimento, piuttosto che scoraggiare Aj, lo rende ancor piu’ determinato nel perseguire il suo scopo, intervistare e parlare (ora anche del trattamento “ostile” ricevuto dalla polizia egiziana) con Nasser, che per qualche strana coincidenza è anche lui in Siria. "Sapevo che per me vedere Nasser a Damasco sarebbe stato molto più difficile che al Cairo [...] Ogni giorno alle 6 del mattino e per le due settimane successive, stavo aspettando direttamente davanti al suo palazzo presidenziale sperando che uscisse. Il tredicesimo giorno dei miei sforzi fino a quel momento poco promettenti, verso le 17:00 il presidente Naseer è emerso dall'interno della sua residenza diretto alla sua macchina". Olabisi con la barba folta ha urlato più forte che poteva ed ha attirato finalmente l'attenzione del presidente. Viene accolto calorosamente e torna in Egitto; “Ha ordinato ad uno speciale aereo militare di riportarmi al Cairo con il mio scooter. Fu prenotata per me una camera all'Hilton del Cairo e ricevetti un trattamento da tappeto rosso". Ovviamente le regole del Gezira Country Club furono “riviste”.

Il primo ministro indiano Jawaharlal Nehru. “Senza essere prevenuti o eccessivamente critici, si possono identificare gli indiani come selvaggi spaventosamente ignoranti, ma allo stesso tempo sono una delle società più colte e letterate del mondo. Si può ulteriormente descrivere l'India come il più orribile ma il più colorato e affascinante dei paesi. In breve, ogni possibile contraddizione è presente in questa parte del mondo [...] Ad eccezione del Primo Ministro, la maggior parte degli indiani che ho incontrato […] erano snob ed intolleranti, con abitudini detestabili e fastidiose. Ad esempio, il suono di qualcuno che sembra vomitare ed è in evidente agonia, ti fa uscire da un sonno piacevole alle 5 del mattino. Ti alzi, pieno di simpatia e pronto ad aiutare, solo per trovare qualcuno che si pulisce i denti e si schiarisce allegramente la gola con i suoni più disgustosi.”. Una descrizione sintetica di Ajala di quello che in India ha visto e che l’India gli ha trasmesso.

Tra le sue tappe, non manca l’Italia. Lo troviamo, primo concorrente di colore, a “Lascia o raddoppia?” (uno dei più famosi programmi televisivi a quiz del primo canale italiano (Rai1), versione italiana appunto, del format francese “Quitte ou double?”, a sua volta derivato dal game show statunitense “The $64,000 Question”). Etnologia la materia scelta per partecipare programma. Olabisi appare regolarmente in TV con gli abiti tradizionali nigeriani, trasformando ogni sera dello spettacolo in una celebrazione del suo patrimonio etnico e culturale. L'ultima sera, Olabisi entra nello studio televisivo con uno smoking impeccabile, mentre il famoso presentatore Mike Bongiorno dimostrando la capacità di interagire con gli aspetti più genuini dell'identità dei suoi concorrenti, indossa il tradizionale costume di Ajala.

Tutte le storie di questo viaggio, Ajala le documenta nel suo unico libro “The African Abroad” pubblicato nel 1963 a Londra. 255 pagine fitte di riflessioni, aneddoti e storie, scritto a metà tra un diario di viaggio e un pezzo di giornalismo. Ha espresso opinioni su come le persone vivono nei luoghi che ha visitato, ha espresso opinioni sulle situazioni politiche che ha vissuto senza però pretendere di avere la verità in tasca, riportando “semplicemente” le sue esperienze. L’ introduzione del libro scritta da Tom Mboya (uno dei padri fondatori della Repubblica del Kenya), la sua nascita in Ghana, la vita in Nigeria, l’attraversamento di quasi tutte le culture africane non possono che identificare Ajala nel “viaggiatore Panafricano per eccellenza”.

Al ritorno in Nigeria, Ajala è un addetto stampa e un guru della pubblicità; la sua straordinaria fama e notorietà acquisite dal viaggio e dagli incontri con i potenti del mondo, porta molti musicisti come il prima citato Obey,  Sunny Ade e Ayinde Barrister a cantare le sue gesta. Del capo Sikiru Ayinde Barrister diventa promotore, lo aiuta con i media e svolge un ruolo importante nel garantire spettacoli ed esibizioni. Il rapporto tra i due si deteriora velocemente con la diffamazione a mezzo canzone di Ajala che ricorre al tribunale. L’intervento congiunto di MKO Abiola, Ebenezer Obey, Alhaji Buari Oloto e M. Ola Kassim, mitiga la crisi e si arriva ad un “armistizio” con un nuovo album di Ayinde nel quale tesse le lodi di Ajala.

Purtroppo da quel momento in poi, l'influenza, la popolarità e la fama di Ajala iniziano a scemare, non può più sostenere una vita fatta di opulenza, spettacolo e glamour. Si trasferisce in uno squallido appartamento "Il salotto di Ajala è privo di moquette, un tavolo con cinque sedie di ferro in un angolo che funge anche da tavolo da pranzo, un vecchio televisore in bianco e nero, mal posto su uno scaffale sgangherato, il cuscino del divano fa male ai glutei perché appiattito, le tende alla finestra dell'appartamento sono lise, è davvero una storia di miseria".

Il 18 giugno 1998, Ajala ha un ictus che gli paralizza l'arto sinistro, la sua salute peggiora nel gennaio 1999 e viene ricoverato al Lagos General Hospital di Ikeja il 25 gennaio 1999.

Ajala ha visto tutto, dalle più grandi manifestazioni di ricchezza agli stupefacenti corridoi del potere. Ma in qualche modo, quando la morte bussa alla sua porta, è uno dei nigeriani più poveri al mondo.

Il 2 febbraio 1999, l'uomo affettuosamente conosciuto come "Ajala travel" muore.

“Ajala il viaggiatore ha esplorato l'inesplorato. Ha fatto la storia. E ha anche vissuto la vita. Ha realizzato un'impresa che nessun nigeriano o africano ha mai realizzato”. Adebayo Ebenezer Mayowa

 



Il libro “The African Abroad” di Ajala è attualmente introvabile presso le librerie. Si può però consultare presso queste biblioteche:

https://www.worldcat.org/title/african-abroad/oclc/1620004

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