“Olabisi Ajala era più
di un connazionale stimolante; era la personificazione stessa dell'avventura.
Un viaggiatore panafricano davvero elettrizzante che ha sfruttato al meglio il
suo tempo nel modo che riteneva migliore, rimane un cittadino globale e una
leggenda a pieno titolo. In un momento in cui milioni di giovani nigeriani sono
spaventati e completamente pietrificati da tutto ciò che anche lontanamente ha
il sapore di esplorazione o avventura, la storia del viaggio di Ajala dovrebbe
essere più di un'ispirazione ad andare per il mondo”. Ebenezer Obey
Strana accoppiata, un Nigeriano ed una Lambretta. Purtroppo
non conosco il modo in cui Olabisi sia entrato in possesso dello scooter
italiano, nè tantomeno perchè abbia scelto proprio la Lambretta. Resta il fatto
che ogni viaggiatore o giramondo nigeriano almeno una volta è stato definito “Ajala”.
Molti usano persino la designazione nei loro pseudonimi; “Wondering Ajala,
Ajalaman”. Questo vocabolo è quindi diventato familiare e parte della lingua di
nigeriana (anche se molti giovani non ne conoscono la vera origine), mentre la
sua Lambretta è diventata monumento nazionale.
Moshood Adisa Olabisi Ajala è il ventiquattresimo di
venticinque figli. Nato in Ghana nel 1929 da genitori Nigeriani, Padre musulmano
con quattro mogli e, cresciuto in Nigeria, dove ha frequentato la Baptist
Academy a Lagos e l'Ibadan Boys “High School” ad Ibadan. L'obiettivo iniziale
di Ajala è studiare medicina per “contrastare il vudù e ad altre superstizioni”
e in effetti, a diciotto anni parte per l’America dove è ammesso alla “Delta
Upsilon Pi”, organizzazione studentesca presso la De Paul University di Chicago
come studente in medicina. E’ così attivo che viene nominato direttore del
giornale del campus, il De Paulian. In quegli anni Ajala afferma che: “Il mondo dovrebbe mandare medici in Africa e
missionari a Chicago. I gangster qui hanno bisogno di convertirsi molto più di
noi”.
Il 12 Giugno del 1952, intraprende un viaggio
in bicicletta di 2280 miglia da Chicago a Los Angeles, dove arriva il 10
Luglio. Autoproclamatosi ambasciatore culturale della Nigeria nel mondo, lo scopo
del suo viaggio è sensibilizzare ed informare il pubblico americano sui
progressi compiuti dal suo paese nativo, la Nigeria. Il tour include anche soste
per tenere conferenze in 11 grandi città. Ha fatto il suo tour indossando
costumi tradizionali nigeriani “Yoruba Agbada” (gli Yorùbá sono un vasto gruppo
etno-linguistico di circa 40 milioni di persone e diffuso nell'Africa occidentale,
Agbada è uno dei nomi per una veste fluente a maniche larghe indossata dagli
uomini sempre in gran parte dell'Africa occidentale) descritti come "abiti
a motivi elaborati con copricapi in feltro da abbinare", di cui Ajala ha
detto: “mostrerà e dimostrerà agli
americani che non andiamo in giro nudi”.
Nella Città degli Angeli, Ajala è ricevuto
dal sindaco Fletcher Bowron. Raccontando la sua esperienza del tour, afferma
che in generale tutto è andato bene, l'unico “incidente” è avvenuto a Topeka in
Kansas, dove viene imprigionato per 44 ore; conseguenza alle proteste fatte per
essersi visto rifiutare una stanza d’albergo perchè nero.
Dopo il suo audace viaggio in bicicletta
attraverso gli Stati Uniti, Ajala è diventa il beniamino di molti, i
giornalisti lo assediano e dall'oggi al domani è una celebrità. Accordi,
sponsorizzazioni e contratti gli piombano addosso. Uno di questi è il contratto
con la 20th Century-Fox Studio, per interpretare il ruolo di “Jacques\Ola” nel
film White Witch Doctor (
Tempeste sul Congo) di Henry Hathaway con Robert
Mitchum. (Ajala ha fatto il provino alla 20th Century-Fox su suggerimento di un
attore di nome Ronald Reagan, i due si sono conosciuti a Londra nel 1949).
Trasferitosi alla Roosevelt University (allora chiamata
"Roosevelt College") per studiare psicologia e nonostante la nascita
del suo primogenito, il 1953 è un anno particolarmente pesante per Ajala che si
ritrova ad affrontare problemi giudiziari su piu’ fronti.
Carismatico, affascinante, avventuriero,
Ajala è un uomo amato dalle donne ed ama le donne a sua volta. Il 21 Gennaio di
quel 1953, Myrtle Bassett, infermiera di Chicago dopo aver dato alla luce un bambino
di 3,08 kg intenta una causa di paternità contro Ajala che non vole riconoscere
il bambino anche se ne firma il cetrificato di nascita e lo chiama Oladipupo.
Intimato dal tribunale, si fa carico sia delle spese mediche, che del
mantenimento del piccolo per i primi periodi ma pretende, giustamente, che la “presunta”
madre effettui le analisi del sangue per certificare la paternità del bimbo. Alla
fine, quando la Signora Bassett accettata di fare le analisi, Ajala scompare ed
il tribunale inevitabilmente lo condanna, ordinandogli di pagare alla Bassett 10
dollari a settimana per il mantenimento del loro bambino, chiamato anche Andre.
Nel 1976, sopraffatto dai rimorsi, Ajala decide di cercare suo figlio. Si
ritrovano a New York dove Oladipupo lavora come musicista e chitarrista,
entusiasta, Aj vuol fargli visitare la Nigeria proponendogli anche di esibirsi
al World Black Arts Festival. Dopo 23 anni: “Sono molto felice d’aver ritrovato Andre. È il mio figlio maggiore ed è
così pieno di vita. Sono felicissimo di averlo trovato”. (Oladipupo, Andre
Ajala è morto a Oakland nel gennaio 2020 all'età di 67 anni).
Sempre nel 1953 quindi, la polizia di Beverly
Hills, in California, arresta ed imprigiona Ajala per dei brogli con assegni
scoperti. Lui si dichiara innocente addossando la colpa ad un ex banchiere,
Arnold Weigner, sostenendo di esser stato ingannato. Nonostante la difesa
dell’avvocato Elias Powell, il giudice Orlando H.Rodi lo condanna ad un anno di
reclusione (pena poi sospesa) e all'espulsione immediata dopo aver scontato la
condanna. La pena è aggravata anche dal fatto che Ajala ha abbandonato gli
studi, ora al Santa Monica Junior College, invalidando effettivamente il visto
studentesco per “mancanza di regolare frequenza scolastica”. Disperato per la
sorte che lo attende in patria, (sarebbe stato giustiziato da suo padre secondo
una "tradizione tribale"), si arrampica su una torre radio di 25
metri minacciando di buttarsi; “preferisco
saltare, all’esser deportato”. Resta sulla torre per 24 ore senza ottenere
alcun risultato. Se sia scivolato o si sia lanciato di proposito non è chiaro,
resta il fatto che ha lasciato la torre con un volo di svariati metri,
riportando una distorsione alla schiena. Dopo la caduta, comincia un digiuno di
30 giorni che i funzionari dell'immigrazione interpretano come sciopero della
fame per fermare la sua deportazione, Ajala afferma che sta semplicemente
osservando il suo Ramadan, periodo di digiuno dettato dalla sua fede islamica.
Ad ogni modo, a seguito di questa ulteriore “protesta”, Aj viene si espulso, ma
con destinazione Londra.
Le storie di donne e mogli si susseguono
una dopo l’altra, Ajala non ha perso il suo fascino ed il suo amore per il
sesso opposto (sempre molto ricambiato). Nel dicembre 1954, Olabisi torna negli
Stati Uniti con una nuova moglie, Hermine Aileen, modella di New York
incontrata a Londra, che però nel 1955 chiede il divorzio accusandolo di
adulterio (accusa che Aj non ha mai smentito). Poi è la volta di Joan Simmons, attrice
diciannovenne a Londra, Toyin Ajala in Inghilterra, Sherifat Ajala (madre della
sua ultima figlia, Bolanle) in Nigeria, Joane Prettan Professoressa di 28 anni
in Australia (questa unione ha suscitato l'interesse di molti perché a quel
tempo solo circa 100 uomini di colore principalmente aborigeni sono diventati
cittadini australiani).
La più popolare tra le sue mogli
nigeriane è Alhaja Sade, (menzionata, come esempio di bellezza, nella famosa
canzone di Ebenezer Fabiyi Obey “Ajala-Alhaja” nell'album "Board Members”.
La canzone è anche un inno allo stesso Ajala ed alle sue avventure in giro per
il mondo: “ Alajala mi Omo Olola, Alajala mi Oko Alhaja Sade; Alajala mi Omo
Olola, Alajala mi Oko Alhaja Sade; Ore mi kama paro, ka mu t’egan kuro, Sade
dara l’obinrin; Ajala travel all over the world, Ajala travel all over the
world, Ajala travels, Ajala travels, Ajala travel all over the world”.
YouTube: Ebenezer Obey - Board Members (side one)
Dopo il primo viaggio in bici attaverso gli States, Il 27
aprile 1957, da Londra, Moshood Adisa Olabisi Ajala intraprende un viaggio
“This Safari”, durato alla fine 6 anni: “ho
iniziato la mia Odissea individuale in giro per il mondo. È ancora in corso
mentre scrivo questo a Sydney, in Australia. In quasi tutti gli ottantasette
paesi che ho visitato nel corso dei miei sei anni di viaggio in giro per il
mondo (dal Nord America all'Europa orientale e occidentale, attraverso l'Africa
e l'Asia e fino all'estremo oriente fino alla Corea, Indonesia e Australia), ho
osservato molti regimi politici diversi, sia negli stati democratici che in
quelli comunisti. Ho incontrato brutalità e intolleranza razziale. Ho sentito
l'amaro male della disumanità dell'uomo nei confronti dell'uomo. Allo stesso
modo mi sono meravigliato della bontà di 87 paesi dal cuore umano”.
Con una italianissima Lambretta (non una
Vespa come erroneamente riportato da molti), nei sei anni che lo vedono in
tour, percorre tra i vari paesi, Australia, Israele, India, Polonia, Iran,
Russia, Ghana, Cipro, Nigeria, Egitto, Belgio, Pakistan, India, Giordania,
Italia, Albania, Germania, Romania, Turchia, Kenya, Corea, Indonesia. Mondano giramondo
porta la Nigeria in auge, dapprima sconosciuta a molti, ora trova una posizione
sulla mappa globale. Attraversa terre, città e luoghi rurali dove nessun uomo
di colore ha mai messo piede prima; in una fattoria nei dintorni di Minsk, nell’attuale
Bielorussia, il suo arrivo causa la fuga di alcuni locali in preda al panico
alla "vista spaventosa" dell'uomo nero che invade il loro villaggio. In
un altro frangente, un bambino gli ha chiesto se la gente in Africa beve latte
nero! O ancora, durante una visita a un
orfanotrofio di Varsavia, in Polonia, una bambina che non ha mai visto un uomo
di colore, scoppia a piangere alla sua vista. E’ il precursore di tutti i
viaggiatori africani, coi suoi abiti tradizionali, lo zaino in spalla, lo
Scooter e la barba lunga, è “la risposta africana a Marco Polo”.
Attraversa zone di eterno conflitto, siano esse in Africa,
Asia o Medio Oriente; in Libano sulla strada per Israele, le forze di sicurezza
libanesi lo arrestano credendolo in missione di spionaggio per conto
israeliano. Sa che l’attraversamento in ogni punto di confine sulla linea
arabo-israeliana è un tentato suidicio, ma ha il coraggio di continuare il
viaggio e di ripetersi nella terra di nessuno ("Quando vaghi per la terra
di nessuno, come hai fatto questa mattina, o i soldati israeliani o gli arabi
ti spareranno addosso"); perchè la sete di conoscenza e la forza di
volontà Yorùba sono forti almeno quanto l’odio che si respira nelle terre appartenute
anche ai Fenici.
Disarmante la naturalezza con la quale si presenta alle
frontiere per attraversarle senza nessun visto, la missione dei viaggiatori a
“lungo termine” è visitare paesi e luoghi di interesse man mano che si
presentano e anche quando i confini tendono ad escludere, questi viaggiatori cercano
passaggi con ingegnosità e creatività. La tattica di Ajala rasenta spesso la
morte ed incappa spesso in violente punizioni, rifiutando la cooperazione con
gli organi preposti, a volte ignorando, se non addirittura negando, i
protocolli.
Dopo aver trascorso settimane nella Giordania di Re Hussein,
alla Porta di Mandelbaum, checkpoint che separa le parti israeliana e giordana
di Gerusalemme si presenta un uomo di colore, sedicente giornalista su un
impolverato scooter italiano, con abiti tipici e vistosi di terre lontane.
Nonostante l’assenza del lasciapassare coinvolge, loro malgrado, gli impettiti
frontalieri in un dialogo atto ad ammorbidire la posizione di iniziale
riluttanza. All’ennesimo rifiuto dei soldati, Ajala: “ma, fratello mio, mi stai
chiedendo di viaggiare quasi mille miglia per entrare in Israele, quando posso
farlo da qui in meno di un minuto".
NO!
Si incammina quindi verso la direzione indicata dai militari
ma approfittando di una loro distrazione, si getta a tutto gas nel passaggio!
Inevitabile la conseguente pioggia di proiettili che lo vedono incolume sul
suolo israeliano, con l’immaginabile parapiglia successivo tra le autorità
giordane ed israeliane. Unica perdita, la gomma posteriore della sua Lambretta.
Per assurdo, il rocambolesco sistema che lo vede entrare in Israele è il motivo
per cui riesce ad incontrare l’allora ministro degli Esteri israeliano, Golda
Meir.
“Shalom,
Mr. Ajala (…) Mi sono affrettato a ripetere la sua parola di saluto. Shalom,
Vostra Eccellenza. Difficilmente apprezzerà quanto le sono profondamente grato
per avermi permesso di entrare in Israele dopo aver causato così tanti
grattacapi a Lei ed ai suoi funzionari. (…) Non capita spesso di avere questo
tipo di problemi, il suo coraggio ci ha impressionato Mr Ajala. Abbiamo pensato
di doverlo ricompensare. (…) Israele è casa Sua quanto la Nigeria”.
Molteplici anche i suoi incontri (fortemente
voluti) con vari leader del mondo; Alhaji Tafawa Balewa, primo ministro della
Prima Repubblica della Nigeria, il Maresciallo Ayub Khan del Pakistan, Makarios
III di Cipro, l’ ultimo scià di Persia Mohammad Reza Shah Pahlavi, il Generale
Ignatius Acheampong del Ghana, , Odinga Oginga, ex vice presidente del Kenya.
Nikita Khrushchev, presidente dell'Unione delle
Repubbliche Socialiste Sovietiche. L’ incontro avviene nella Germania orientale
dove elude la sicurezza di un evento pubblico, in un'azione che lo porta faccia
a faccia con il premier al quale rifila una lettera recuperata dal berretto per
chiedere un visto per la Russia. Visto, in precedenza sempre negato, nonostante
la richiesta negli uffici di Londra, di Parigi e di Bruxelles.
Il Presidente della Repubblica egiziana
Gamāl ʿAbd al-Nāṣir Ḥusayn – Nasser. Altra missione del suo viaggio è l’Egitto,
visitare la Sfinge, il Monte Sinai (dove Mosè ricevette i Dieci Comandamenti)
ed intervistare il Presidente Nasser. L’ingresso nel paese avviene senza
incidenti, quando invece si sposta nella capitale egiziana, nello specifico al “Gezira
Country Club” dove è consentito l'ingresso solo a bianchi e anglo-egiziani; “questo club e la sua discriminazione razziale
vanno avanti da anni. Non c'è modo che Nasser possa scoprirlo, perché i membri
sono tutti pezzi grossi che sono in combutta con la polizia e il governo”.
Nel suo modo caratteristico, non solo Ajala si rifiuta di dare ascolto alla disposizione
di esclusione, ma utilizza la sua strategia di forzare un dialogo (come coi
frontalieri a Gerusalemme) con i “padroni” del club. “Oltre ad essere stato picchiato fino allo stato di incoscienza, al
rientro, dopo giorni in ospedale, sono deportato in Siria”.
Questo accadimento, piuttosto che scoraggiare Aj, lo rende
ancor piu’ determinato nel perseguire il suo scopo, intervistare e parlare (ora
anche del trattamento “ostile” ricevuto dalla polizia egiziana) con Nasser, che
per qualche strana coincidenza è anche lui in Siria. "Sapevo che per me vedere Nasser a Damasco sarebbe stato molto più
difficile che al Cairo [...] Ogni giorno alle 6 del mattino e per le due
settimane successive, stavo aspettando direttamente davanti al suo palazzo
presidenziale sperando che uscisse. Il tredicesimo giorno dei miei sforzi fino
a quel momento poco promettenti, verso le 17:00 il presidente Naseer è emerso
dall'interno della sua residenza diretto alla sua macchina". Olabisi con
la barba folta ha urlato più forte che poteva ed ha attirato finalmente
l'attenzione del presidente. Viene accolto calorosamente e torna in Egitto; “Ha ordinato ad uno speciale aereo militare
di riportarmi al Cairo con il mio scooter. Fu prenotata per me una camera
all'Hilton del Cairo e ricevetti un trattamento da tappeto rosso".
Ovviamente le regole del Gezira Country Club furono “riviste”.
Il primo ministro indiano Jawaharlal
Nehru. “Senza essere prevenuti o eccessivamente
critici, si possono identificare gli indiani come selvaggi spaventosamente
ignoranti, ma allo stesso tempo sono una delle società più colte e letterate
del mondo. Si può ulteriormente descrivere l'India come il più orribile ma il
più colorato e affascinante dei paesi. In breve, ogni possibile contraddizione è
presente in questa parte del mondo [...] Ad eccezione del Primo Ministro, la
maggior parte degli indiani che ho incontrato […] erano snob ed intolleranti,
con abitudini detestabili e fastidiose. Ad esempio, il suono di qualcuno che
sembra vomitare ed è in evidente agonia, ti fa uscire da un sonno piacevole
alle 5 del mattino. Ti alzi, pieno di simpatia e pronto ad aiutare, solo per
trovare qualcuno che si pulisce i denti e si schiarisce allegramente la gola
con i suoni più disgustosi.”. Una descrizione sintetica di Ajala di quello
che in India ha visto e che l’India gli ha trasmesso.
Tra le sue tappe, non manca l’Italia. Lo troviamo,
primo concorrente di colore, a “Lascia o raddoppia?” (uno dei più famosi
programmi televisivi a quiz del primo canale italiano (Rai1), versione italiana
appunto, del format francese “Quitte ou double?”, a sua volta derivato dal game
show statunitense “The $64,000 Question”). Etnologia la materia scelta per
partecipare programma. Olabisi appare regolarmente in TV con gli abiti
tradizionali nigeriani, trasformando ogni sera dello spettacolo in una
celebrazione del suo patrimonio etnico e culturale. L'ultima sera, Olabisi
entra nello studio televisivo con uno smoking impeccabile, mentre il famoso
presentatore Mike Bongiorno dimostrando la capacità di interagire con gli
aspetti più genuini dell'identità dei suoi concorrenti, indossa il tradizionale
costume di Ajala.
Tutte le storie di questo viaggio, Ajala le documenta
nel suo unico libro “The African Abroad” pubblicato nel 1963 a Londra. 255
pagine fitte di riflessioni, aneddoti e storie, scritto a metà tra un diario di
viaggio e un pezzo di giornalismo. Ha espresso opinioni su come le persone vivono
nei luoghi che ha visitato, ha espresso opinioni sulle situazioni politiche che
ha vissuto senza però pretendere di avere la verità in tasca, riportando “semplicemente”
le sue esperienze. L’ introduzione del libro scritta da Tom Mboya (uno dei
padri fondatori della Repubblica del Kenya), la sua nascita in Ghana, la vita
in Nigeria, l’attraversamento di quasi tutte le culture africane non possono
che identificare Ajala nel “viaggiatore Panafricano per eccellenza”.
Al ritorno in Nigeria, Ajala è un addetto stampa e un guru
della pubblicità; la sua straordinaria fama e notorietà acquisite dal viaggio e
dagli incontri con i potenti del mondo, porta molti musicisti come il prima
citato Obey, Sunny Ade e Ayinde Barrister
a cantare le sue gesta. Del capo Sikiru Ayinde Barrister diventa promotore, lo
aiuta con i media e svolge un ruolo importante nel garantire spettacoli ed
esibizioni. Il rapporto tra i due si deteriora velocemente con la diffamazione
a mezzo canzone di Ajala che ricorre al tribunale. L’intervento congiunto di
MKO Abiola, Ebenezer Obey, Alhaji Buari Oloto e M. Ola Kassim, mitiga la crisi e
si arriva ad un “armistizio” con un nuovo album di Ayinde nel quale tesse le
lodi di Ajala.
Purtroppo da quel momento in poi, l'influenza, la popolarità
e la fama di Ajala iniziano a scemare, non può più sostenere una vita fatta di
opulenza, spettacolo e glamour. Si trasferisce in uno squallido appartamento "Il salotto di Ajala è privo di moquette, un
tavolo con cinque sedie di ferro in un angolo che funge anche da tavolo da
pranzo, un vecchio televisore in bianco e nero, mal posto su uno scaffale sgangherato,
il cuscino del divano fa male ai glutei perché appiattito, le tende alla
finestra dell'appartamento sono lise, è davvero una storia di miseria".
Il 18 giugno 1998, Ajala ha un ictus che gli paralizza
l'arto sinistro, la sua salute peggiora nel gennaio 1999 e viene ricoverato al
Lagos General Hospital di Ikeja il 25 gennaio 1999.
Ajala ha visto tutto, dalle più grandi manifestazioni di
ricchezza agli stupefacenti corridoi del potere. Ma in qualche modo, quando la
morte bussa alla sua porta, è uno dei nigeriani più poveri al mondo.
Il 2 febbraio 1999, l'uomo affettuosamente conosciuto come
"Ajala travel" muore.
“Ajala il viaggiatore ha
esplorato l'inesplorato. Ha fatto la storia. E ha anche vissuto la vita. Ha
realizzato un'impresa che nessun nigeriano o africano ha mai realizzato”. Adebayo
Ebenezer Mayowa
Il libro “The African Abroad” di Ajala è attualmente
introvabile presso le librerie. Si può però consultare presso queste
biblioteche:
https://www.worldcat.org/title/african-abroad/oclc/1620004
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