Chiuso il cerchio prettamente italiano, si apre quello
estero.
Francia
A.C.M.A.
Nell'ottobre 1947, al Salone di Parigi la Vespa e’
presentata al pubblico francese.
Enrico Piaggio spinto dal successo e dalla tenacia, non
molla il progetto di una Vespa “mondiale”.
Nel 1949, quasi in concomitanza con la produzione tedesca;
vengono creati gli stabilimenti a Fourchambault, vicino Digione, in Francia. Il 25 novembre 1950 é fondata l’ “ACMA”
acronimo di “Ateliers de Construction de Motocycles et Accessoires”.
All’inizio le Vespa arrivano smontate dall'Italia e vengono
assemblate in loco (con faro sul manubrio e non sul parafango, per ottemperare
alle leggi francesi). La produzione comincia nel febbraio 1951 con 20 operai.
Nell'aprile 1953, la 100.000esima Vespa completata lascia gli stabilimenti
ACMA.
Il 31 Dicembre 1962 la Acma chiude i battenti.
Regno Unito
The Douglas
company
Dopo l’accordo, una vespa costruita da Piaggio era gia’ nello stand Douglas al “Motorcycle Show di Earls Court” nel 1949 ma, la produzione inizia effettivamente nell'aprile del 1951.
Le prime Vespa sono quasi interamente costruite in Gran
Bretagna. La Douglas e’ più di un semplice impianto di assemblaggio-parti importate
da Piaggio Italia; molti dei modelli realizzati in loco hanno un'alta
percentuale di componenti prodotti dalla Douglas stessa (teste dei cilindri,
gruppi ingranaggi, tamburi dei freni e altre parti meccaniche) o da società di
fornitura del Regno (selle, carburatori, pneumatici e alcuni componenti
elettrici), come la maggior parte degli stampi che sono eseguiti dalla Pressed
Steel a Birmingham.
Purtroppo pero’ la Douglas non riesce a manenere la
produzione e la vendita che Enrico Piaggio si aspetta fin dal primo incontro
con McCormack che, con sigaro, Rolls Royce e storia del marchio, ha fatto
intravedere all’italiano una curva espansionistica impressionante, tanto da
ottenere in esclusiva, per la “Vespa Douglas” un mercato che include alcuni
paesi del Commonwealth Britannico (es: Canada, Australia e Sud Africa) ed
ovviamente il Regno Unito.
I modelli realizzati da Douglas sono principalmente la Vespa 125 e 150 (VBB, tra cui il modello “rod”), il faro e’ posizionato tra lo sterzo ed il parafango per soddisfare le leggi Britanniche.
La Douglas rimane in amministrazione controllata fino a quando non e’ rilevata dalla Westinghouse alla fine del 1955, la produzione di motociclette e’ interrotta nel 1957 e non riuscira’ mai a soddisfare i numeri di produzione sperati da Piaggio. Dopo la cessazione della produzione nel 1965, rimane comunque l'importatore ufficiale di Vespa nel Regno Unito fino alla sua definitiva chiusura nel 1982.
In quegli anni la Douglas ha completato 126.230 Vespa.
Spagna
Motovespa Sa
Sia per vicende familiari che industriali Piaggio e Fiat hanno spesso intrecciato le loro storie. E’ appunto per l’ idea d’un amico di Enrico Piaggio, Spartaco Boldori Melandri, rappresentante della Fiat in Spagna che si decide di aprire uno stabilimento Vespa a Madrid.
L'idea è accettata senza riserve; ma le idee hanno bisogno di uomini e determinazione per diventare realtà. Per dar forma alla proposta di Boldori, e’ decisiva la collaborazione e l’interessamento di Juan Llado Sánchez-Blanco, allora amministratore delegato del Banco Urquijo. Gli azionisti di maggioranza iniziali sono quindi l'INI (Istituto Nazionale dell'Industria), la Banca Urquijo e la Piaggio. Nell’Agosto del 1952 cominciano i lavori per edificare lo stabilimento, il primo direttore di Moto Vespa e’ Lelio Pellegrini Quarantotti che, con uno straordinario gruppo di collaboratori entusiasti, in pochi mesi riesce a metterene su strada (il 22 febbraio 1953) la prima, una Vespa "N" 125cc colore verde e fanale anteriore sul parafango.
L'avvio della produzione è aiutato? da Piaggio Italia, tramite la fornitura di telai, motori, parafanghi, manubri e altri componenti. Piaggio sta già inviando materiale in Inghilterra, Francia e Germania, ma ha deciso di investire fortemente nella fabbrica spagnola.
Intorno al 2000, Piaggio inizia ad acquisire la maggioranza
delle quote di Moto Vespa SA e successivamente quelle del marchio Derbi (2001).
Questo ha reso la situazione complicata con 3 centri di produzione, e’ quindi
iniziato un processo di delocalizzazione che si è concluso con la chiusura
dello stabilimento di Madrid nel 2003.
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