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sabato 5 dicembre 2020

4.3 - Io sono un Vespone ma, LmL.

Chiuso il cerchio prettamente italiano, si apre quello estero.

Francia

A.C.M.A.

L’espansione continua senza sosta.

Nell'ottobre 1947, al Salone di Parigi la Vespa e’ presentata al pubblico francese.

Enrico Piaggio spinto dal successo e dalla tenacia, non molla il progetto di una Vespa “mondiale”.

Nel 1949, quasi in concomitanza con la produzione tedesca; vengono creati gli stabilimenti a Fourchambault, vicino Digione, in Francia. Il 25 novembre 1950 é fondata l’ “ACMA” acronimo di “Ateliers de Construction de Motocycles et Accessoires”.

All’inizio le Vespa arrivano smontate dall'Italia e vengono assemblate in loco (con faro sul manubrio e non sul parafango, per ottemperare alle leggi francesi). La produzione comincia nel febbraio 1951 con 20 operai. Nell'aprile 1953, la 100.000esima Vespa completata lascia gli stabilimenti ACMA.

Il 31 Dicembre 1962 la Acma chiude i battenti.

In totale sono state prodotte 458.638 Vespa in 14 serie (comprese le Vespa TAP), 30.976  Vespa 400, la Trivespa e la Vespa 50 a pedali (V5A1T, che per adeguarsi alle normative di omologazione francesi, prevede il montaggio di pedali).


Regno Unito

The Douglas company

La Douglas di Kingswood, a Bristol, comincia a produrre motociclette nel 1907 partecipando a piu’ riprese anche alla Durban - Johannesburg in Sud Africa. Nel 1948 purtroppo si trova in una pesante crisi finanziaria ed entra in amministrazione controllata. Nello stesso anno l'Amministratore Delegato, Claude McCormack, durante una vacanza in Italia vede una Vespa e si accorda con Piaggio per la costruzione di queste ultime su licenza in Gran Bretagna.

Dopo l’accordo, una vespa costruita da Piaggio era gia’ nello stand Douglas al “Motorcycle Show di Earls Court” nel 1949 ma, la produzione inizia effettivamente nell'aprile del 1951.

Le prime Vespa sono quasi interamente costruite in Gran Bretagna. La Douglas e’ più di un semplice impianto di assemblaggio-parti importate da Piaggio Italia; molti dei modelli realizzati in loco hanno un'alta percentuale di componenti prodotti dalla Douglas stessa (teste dei cilindri, gruppi ingranaggi, tamburi dei freni e altre parti meccaniche) o da società di fornitura del Regno (selle, carburatori, pneumatici e alcuni componenti elettrici), come la maggior parte degli stampi che sono eseguiti dalla Pressed Steel a Birmingham.

Purtroppo pero’ la Douglas non riesce a manenere la produzione e la vendita che Enrico Piaggio si aspetta fin dal primo incontro con McCormack che, con sigaro, Rolls Royce e storia del marchio, ha fatto intravedere all’italiano una curva espansionistica impressionante, tanto da ottenere in esclusiva, per la “Vespa Douglas” un mercato che include alcuni paesi del Commonwealth Britannico (es: Canada, Australia e Sud Africa) ed ovviamente il Regno Unito.

I modelli realizzati da Douglas sono principalmente la Vespa 125 e 150 (VBB, tra cui il modello “rod”), il faro e’ posizionato tra lo sterzo ed il parafango per soddisfare le leggi Britanniche.

La Douglas rimane in amministrazione controllata fino a quando non e’ rilevata dalla Westinghouse alla fine del 1955, la produzione di motociclette e’ interrotta nel 1957 e non riuscira’ mai a soddisfare i numeri di produzione sperati da Piaggio. Dopo la cessazione della produzione nel 1965, rimane comunque l'importatore ufficiale di Vespa nel Regno Unito fino alla sua definitiva chiusura nel 1982.

In quegli anni la Douglas ha completato 126.230 Vespa.

 


Spagna

Motovespa Sa

Nel 1952, la Spagna ha ancora i postumi della guerra civile e, come successo in Italia, e’ necessario un mezzo di trasporto economico che agevola gli spostamenti dei suoi cittadini e l'espansione delle sue industrie.

Sia per vicende familiari che industriali Piaggio e Fiat hanno spesso intrecciato le loro storie. E’ appunto per l’ idea d’un amico di Enrico Piaggio, Spartaco Boldori Melandri, rappresentante della Fiat in Spagna che si decide di aprire uno stabilimento Vespa a Madrid.  

L'idea è accettata senza riserve; ma le idee hanno bisogno di uomini e determinazione per diventare realtà. Per dar forma alla proposta di Boldori, e’ decisiva la collaborazione e l’interessamento di Juan Llado Sánchez-Blanco, allora amministratore delegato del Banco Urquijo. Gli azionisti di maggioranza iniziali sono quindi l'INI (Istituto Nazionale dell'Industria), la Banca Urquijo e la Piaggio. Nell’Agosto del 1952 cominciano i lavori per edificare lo stabilimento, il primo direttore di Moto Vespa e’ Lelio Pellegrini Quarantotti che, con uno straordinario gruppo di collaboratori entusiasti, in pochi mesi riesce a metterene su strada (il 22 febbraio 1953) la  prima, una Vespa "N" 125cc colore verde e fanale anteriore sul parafango.

L'avvio della produzione è aiutato? da Piaggio Italia, tramite la fornitura di telai, motori, parafanghi, manubri e altri componenti. Piaggio sta già inviando materiale in Inghilterra, Francia e Germania, ma ha deciso di investire fortemente nella fabbrica spagnola.

 La fabbrica Moto Vespa ha creato più di venti modelli diversi, compreso il “Vespino” (monocilindrico a due tempi con una cilindrata di 49,77cc. raffreddato da aria forzata che entra dallo stesso basamento e che contiene anche la catena dei pedali, più il cambio automatico a cinghia e variatore, tutti di brevetto spagnolo). Con la nascita del Vespino (1968), a differenza del resto degli stabilimenti esteri Vespa che cominciano a chiudere, quello spagnolo crea un proprio prodotto per far fronte al calo delle vendite, ne produce infatti 1.800.000 unita’, (ultima delle quali un modello speciale per Telepizza) e riesce a tenere la produzione della Vespa in Spagna fino al 1990. Alla fine degli anni Novanta, lo stabilimento Vespa di Madrid esporta veicoli in più di 35 paesi del mondo e conta quasi mille persone, in 51 anni di attività ha prodotto veicoli dei marchi Piaggio, Motovespa, Gilera e Puch, molti dei quali su disegno ed evoluzione propria. (Ad esempio, l'accensione elettronica su una Vespa e’ per la prima volta sulle Vespa spagnole, mentre quelle italiane non sono dotate di accensione elettronica fino al modello Rally).

Intorno al 2000, Piaggio inizia ad acquisire la maggioranza delle quote di Moto Vespa SA e successivamente quelle del marchio Derbi (2001). Questo ha reso la situazione complicata con 3 centri di produzione, e’ quindi iniziato un processo di delocalizzazione che si è concluso con la chiusura dello stabilimento di Madrid nel 2003.





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